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Chiesa di Santa Maria delle Grazie e Cenacolo Vinciano
Via Giuseppe Antonio Sassi, 3

L’installazione Graffito di Luce nel chiostro piccolo e nella Sacrestia di Santa Maria delle Grazie nasce da un progetto di Luca Trazzi in collaborazione con F.A.N. Europe Lighting.
Lo sguardo sintetico dell’architetto, infatti, ha ricomposto gli elementi salienti del chiostro piccolo e Sacrestia rinascimentali costruiti tra il 1492 e il 1497, attribuiti all’urbinate Donato Bramante, in aperto dialogo con la tribuna, individuando in un graffito decorativo nell’intonaco del chiostro rappresentante dei fiori, l’elemento ispiratore per la sua installazione luminosa.
Infatti, in modo analogo all’ornato murario che animava la partitura architettonica, le lampade presentano una struttura tondeggiante leggera a raggiera e ravvivano con la loro luce calda gli ambienti altrimenti in ombra tracciando percorsi luminosi, circolare nel porticato, stellato nel giardino, lineare verso l’abside nella sacrestia.
La disposizione dei fili di alluminio anodizzato color oro intorno a un alto fusto con piccole terminazioni che richiamano i fiorellini del graffito caratterizza le lampade a terra disposte all’interno delle quattro aiuole del giardino interno e nella sacrestia bramantesca; invece, nelle quattro ali a cinque campate per ogni lato del porticato, le lampade sospese, simili a candelabri, hanno una forma più raccolta con una luce diffusa a bassa intensità rivolta verso il basso a favorire il raccoglimento notturno, e una luce rivolta verso l’alto a illuminare le volte del chiostro.
La quantità di lampade sospese nel chiostro sono ventiquattro e hanno trentadue raggi, quelle all’interno del giardino sedici, e in sagrestia otto; l’impiego del numero otto e dei suoi multipli rivela l’omaggio al grande architetto Donato Bramante che in modo analogo ha adottato lo stesso numero nella tribuna insieme a dodici (apostoli) e quattro (evangelisti).
La scelta dell’otto è, infatti, associato all’ottavo giorno dedicato alla Resurrezione e all’Uomo Nuovo, e solo successivamente all’Immacolata Concezione diventato dogma nel 1854.
L’idea di impiegare uno schema ordinatore basato su un numero dalla forte valenza simbolica accomuna, quindi, il progetto dell’installazione al progetto architettonico di queste porzioni rinascimentali del monastero, cui hanno collaborato il matematico Luca Pacioli, autore del trattato De Divina Proportione dedicata a Ludovico il Moro e illustrata dal suo amico Leonardo da Vinci, e l’architetto Bramante.
Laddove la luce diurna della Sapienza cala dall’alto a illuminare il pensiero circolare dei frati domenicani nella loro deambulazione, di sera questa installazione rischiara e accompagna la meditazione vespertina e contribuisce a trasformare gli ambienti in un teatro di giochi di luce e ombra tra le colonne, le lapidi e il fogliame delle maestose magnolie nel chiostro, gli arredi intarsiati donati da Ludovico il Moro nella sacrestia.
Centro del giardino claustrale, vero Eden in miniatura, una fontana. Dentro la vasca, decorata lungo il bordo circolare da quattro rane in bronzo azzittite nel loro immondo gracidare dagli zampilli, un’alta colonna di luce si erge verso l’alto ed espandendosi a ombrello si integra perfettamente col contesto simbolico quale albero della vita, sorgente di acqua viva, fonte di luce, metafora visiva di una coppia di litanie mariane domenicane dalla dolce cadenza: Santa Maria, fonte della vera sapienza, Santa Maria, luce della retta scienza. Questa fonte luminosa, cuore del chiostro, anticipa per dimensioni il percorso rettilineo in sacrestia segnato da due file contrapposte e parallele di lampade a terra.
L’installazione si pone in continuità con i precedenti interventi dell’architetto Luca Trazzi per Santa Maria delle Grazie, di cui ha già progettato l’attuale illuminazione che ne valorizza le forme esterne di notte.
Cifra riconoscibile dell’installazione, l’eleganza, il carattere ludico delle forme, il carezzevole impatto emotivo che non sfocia mai nella provocazione ma offre una personale e rispettosa interpretazione dello spazio.