L’arte di abbracciare il nulla.
Durante il Milan Design Week di quest'anno a Milano, Alberto Levi Gallery e la rinomata designer di tappeti Lila
Valadan invitano a oltrepassare il battito frenetico della città per entrare in un luogo più silenzioso del silenzio
stesso—un regno in cui i sensi vengono ricalibrati, la bellezza è distillata nella sua forma più pura e il vero
minimalismo emerge attraverso antiche tecniche di tessitura e narrazioni tattili.
Al centro dell'esposizione si trova HEECH (in persiano "Nulla"), una profonda filosofia radicata nel sufismo
persiano. Essa abbraccia l'idea che la creazione nasca dal nulla, che permea l’universo e risiede dentro ognuno
di noi. Arrendersi a questo vuoto significa dissolvere l'ego e scoprire saggezza, bellezza e unità.
La Aleph Collection di Lila Valadan incarna questo ethos, fondendo la poesia cruda della natura con un
profondo rispetto per la tradizione e l’artigianato. Come principale artista femminile di tappeti in Iran, vincitrice
di nove Carpet Design Award e inserita nella lista AD 100, il lavoro di Valadan crea un ponte tra passato e
futuro, sostenendo la convinzione che la tradizione non sia preservare le ceneri, ma mantenere viva la fiamma.
Realizzare un tappeto di Lila Valadan è come una preghiera silenziosa—una danza meditativa delle mani.
È un’arte al tempo stesso antica ed eternamente giovane, che racconta storie delle dolci colline e degli
sconfinati deserti della Persia. Le texture si formano come costellazioni in un cielo stellato, nate da sogni
lontani e paesaggi familiari. I colori—estratti da bucce di melograno, zafferano e gusci di noce—sono più che
semplici pigmenti; essi rappresentano l’essenza vitale della terra, infusa di sole, sabbia e dell'energia
primordiale del pianeta. I suoi tappeti non si limitano a esistere—crescono, filo dopo filo, come un albero
plasmato dal tempo, dallo spirito e dall'intenzione.
HEECH offre una prospettiva cruda e autentica sul design, eliminando il rumore delle tendenze superficiali per
rivelare un linguaggio modellato dalla materialità, dal movimento organico e dall’energia senza tempo delle
mani umane. Radicata nella filosofia sufi, l’esposizione esplora il poetico intreccio di vuoto, luce e ombra—
simboli del nulla essenziali per incontrare il divino. Questo approccio minimalista ma profondamente evocativo
incarna un’ideologia spirituale di distacco dall’ego e dai desideri mondani, per scoprire la verità, l’unità e la pace
interiore. Invita coloro che sanno ascoltare a connettersi con creazioni permeate di storia, spirito e significato
autentico.
Lila Valadan: "Quando tutti cercano di essere qualcosa, sii nulla."