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Palazzo Litta
Corso Magenta, 24
Bride of Quietness, collocata nell'androne d'accesso interno a Palazzo Litta, è una scultura alta quasi 3 metri, dalla esuberanza proteiforme, dalle forme sfidanti e dai richiami primitivi, pensata da Alessandra Pasqua come un omaggio al dialogo tra il mortale e il divino. Il titolo dell'opera deriva da un verso dell'Ode su un'urna greca di John Keats, il componimento in cui il poeta britannico esalta il manufatto antico come sublime e perfetta manifestazione dell'arte che non ha bisogno di giustificazioni. "Bride, la sposa, racconta di un rito di incontro, di un'unione" spiega Alessandra Pasqua "del matrimonio primigenio tra il Mortale e la natura intima, essenziale, della realtà. L'ispirazione per questa scultura arriva dalla mia passione per le statue africane che simboleggiano la prosperità e la fertilità, ma anche il legame con la Terra e con il passato". Questo pensiero si traduce in un intreccio di forme allungate che, come arti di esseri umani, rimandano al senso di appartenenza dell’uomo alla Natura, che, dice Pasqua, "si avverte, silenzioso, nelle ossa".
Al piano nobile di Palazzo Litta, Wanderart porta Lunar, collezione di opere sospese tra arte e design concepita come un omaggio alla materia e alla sua genesi. La collezione mette in scena i movimenti che modellano l’emersione delle terre, il formarsi di bacini e detriti. L’edizione nasce da una ricerca sui residui di metallo nei crogioli da fusione ed è espressione dell’evoluzione della materia in costante divenire. Composta da più manufatti d’arredo artistico, realizzati in fusione di bronzo e alluminio, Lunar interpreta la bellezza formale dell’imprevisto in dialogo con l’azione umana. Tavoli, specchi e vasi divengono un insieme formale costituito da eleganti accostamenti tra alluminio, bronzo e ottone. Oggetti sinuosi, levigati o ruvidi, prendono forma tra natura e artificio. Superfici vibranti e irregolari, prominenze e crateri divengono l'archetipo di un’estetica naturale e spontanea; volumi estroflessi e piani increspati dominano il linguaggio espressivo della collezione.
"Lunar è il racconto della forza e del vigore di un processo" spiega Alessandra Pasqua: "Il metallo si forgia, si modifica, si fa liquido e infine si forma lasciando impurità, detriti e scorie, componenti endemiche e inattese di una sostanza viva e imprevedibile. Le superfici, epiderma articolato della materia, si ispirano ai processi morfogenetici che modellano gli elementi naturali ed esprimono la vitalità della creazione, della formazione delle terre, degli spostamenti tellurici".
Per il progetto dell’allestimento, Wanderart si è affidato a Millim Studio, una collaborazione attiva già dalla prima uscita della collezione Lunar e che prevede anche la consulenza creativa per il design.