Nato nel 2017 a Milano, Mingotti e Giordano architetti esplicita una chiara visione architettonica dei propri progetti, caratterizzata dalla continua fusione di storia e contemporaneità. Lo studio lavora a diversi progetti internazionali, dalle residenze di alto livello al retail e annovera tra i propri clienti importanti nomi del mondo imprenditoriale e dell'industria dell'arte. Ogni progetto è sempre sviluppato a stretto contatto con il cliente, per concepire soluzioni creative che rispondano alle esigenze e all'esperienza dell'utente. Sperimentando con i materiali, con il recupero di vecchie tecniche e nuove grafiche, vengono creati nuovi design contemporanei. Ogni progetto è il frutto di un collage di influenze in un'architettura ricca di significati, spazi accoglienti dove le persone possono vivere con eleganza.
La sede milanese dello studio si trova in un edificio neoclassico, costruito sulle rovine del convento di San Pietro in Campo Lodigiano, progettato nel 1621 da Richini. Lo studio occupa quella che era una porzione del quadriportico dell'antico convento, riconvertito a inizio secolo in magazzino per spedizioni della manifattura, destinazione del palazzo all’epoca. Il fascino industriale, unito alle complesse stratificazioni e modifiche avvenute nel corso dei secoli, ha da subito conquistato gli architetti.
Il progetto di restauro ha visto l’eliminazione di tutto l’apparato aggiunto negli anni più recenti, per recuperare l’autenticità delle linee e degli spazi originari. L’arredamento è eclettico; grande passione degli architetti è la combinazione dei pezzi antichi e orientali, con i mobili bespoke: i due grandi tavoli di ferro, la Malachite di Challant e la specchiera composita tutt’altezza; la lampada in oro e vetro “Modulaire” disegnata da Mingotti e Giordano architetti per Laudarte, le chinoiserie e le sedute Giotto Stoppino, collezione di famiglia, risalenti agli anni ‘70. Il secondo ambiente, unito alla galleria centrale da un grande arco, è stato trasformato nell’area bar, caratterizzata dal bancone Art Decò in legno di pero e vetro di Murano, proveniente da un hotel della laguna. Grande protagonista del salone è il lampadario “Poliedri” di Venini che si riflette sulla grande specchiera, frutto dell’unione di specchi di diversi colori, evocativa della luce delle gallerie barocche.