Questi spazi fanno parte di edifici un tempo connessi alla Zecca di Milano, che batteva moneta sino dall’epoca sforzesca. Le strutture murarie sotterranee risalgono alla seconda metà del XV secolo; particolari degli affreschi ritrovati nei locali superiori permettono di datare l’edificio attorno al primo quarto del Cinquecento.
L’immobile, di cui parla anche il Vasari, apparteneva alla famiglia Scaccabarozzi, Luigi padre e Bernardo figlio, che ricoprirono la carica di Zecchiere dal 1488 al 1562. La Zecca di Milano, demolita nel 1780, era confinante con questi spazi. Nel tardo Settecento l’edificio è stato inglobato nelle strutture edilizie che oggi lo circondano. Nel corso del 1800 e del 1900 l’uso che si fece di questi spazi divenne meno nobile e vi trovarono posto laboratori, magazzini e cantine dove venne anche realizzata una cisterna per l’acqua, rimossa con il restauro.
Nel 2012, con il benestare delle Soprintendenze, la proprietà ha deciso di restaurare questi edifici e i lavori si sono conclusi nel 2015. Durante gli scavi sono stati rinvenuti vari cocci di ceramica e due pietre lavorate di origine romana che sono visibili in loco.
La Casa dello Zecchiere è proprietà privata e non è solitamente visitabile.