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23.05.2023 - 08.09.2023

Lezioni di libertà

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Art+Design / mostra

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eventi fisici

Info

Podbielski Contemporary

Via Vincenzo Monti, 12

orari di apertura

14:30 - 19:00

Inaugura lunedì 22 maggio, alla Galleria Podbielski Contemporary, la mostra Lezioni di libertà - Appunti per un viaggio in Iran 1970-2023 a cura di Rischa Paterlini. Un'esposizione che intende compiere un viaggio visivo nella storia odierna dell'Iran mediante la selezione di opere di 12 artisti contemporanei:

Gabriele Basilico (Milano, 1944), Gohar Dashti (Ahvaz, Iran, 1980), Johanna Maria Fritz (Berlino, 1994). Shadi Ghadirian (Teheran, 1974). Peyman Hooshmandzadeh (Teheran, 1969), Shiva Khademi (Mashad, Iran, 1990), Beatrice Minda (Monaco di Baviera, 1968), Tahmineh Monzavi (Teheran, 1988), Antonella Monzoni (Modena, 1960), Shirin Neshat (Qazvin, Iran, 1957), Jalal Sepehr (Teheran, 1968), Shirana Shahbazi (Teheran, 1974).


Lezioni di libertà offre al pubblico l'opportunità di scoprire un ricco panorama iraniano // una ricca prospettiva dell'Iran senza confini sociali politici e di censura. Fonte d'ispirazione per la curatrice e stato Quell'altro mondo, Nabokov e l'enigma dell'esilio, testo di Azar Nafisi. Allo stesso modo in cui l'autrice del libro decide di immergersi con i propri studenti nell'esplorazione di una percezione nuova, Rischa Paterlini desidera trasportare i visitatori in una dimensione diversa, che spinga ad apprezzare la bellezza anche di fronte a *Perché noi viaggiamo (se viaggiamo)"? Si chiede uno degli artisti presenti in mostra, Gabriele Basilico. La risposta sembra appartenere a queste righe: "Anche il pericolo, come l'angoscia, ci avvicina all'essere, ce lo la abbracciare. ci infonde il terrore. il comune terrore. di stare per perderlo. Non era questo che cercavo Volevo cominciare a vedere quello che avrei visto, a incontrare l'arido, la non-risposta". Ciò di cui l'artista ci parla, la non-risposta, corrisponde per noi ad effettuare un viaggio a ritroso nel tempo fino al 1979, anno della rivoluzione di Khomeini, in cui tutto cambia. La repubblica islamica confisca la storia dell'Iran e con essa le sue tradizioni, la sua cultura e l'identità di ogni singolo individuo.


Ciascuna opera in mostra ci regala un'istantanea di una realtà complessa che si rifiuta di vivere di sotterfugi. A partire da Shirin Neshat (Qazvin, Iran, 1957), artista di assoluta fama internazionale, la quale - attraverso l'uso sapiente di un linguaggio poetico - lotta per manifestare l'importanza dei diritti delle donne. Un percorso che attraversa le potenti immagini di Shadi Ghadirian (Teheran, 1974), che riflettono il rapporto tra modernizzazione e tradizione, e l'occhio documentaristico di Peyman Hooshmandzadeh (Teheran, 1969) nei riguardi delle sottoculture iraniane. Vaghiamo tra i lavori di Shiva Khademi (Mashad, Iran, 1990) che raccontano le limitazioni imposte alla sua generazione; tra gli affascinanti tappeti di Jalal Sepehr (Teheran, 1968) che ci trasportano in Persia e il reportage umanista di Antonella Monzoni (Modena, 1960), profondamente radicato nella memoria. La mostra prosegue verso realtà spesso poste ai margini della società, fotografate da Johanna Maria Fritz (Berlino, 1994), una giovane fotografa che narra il magico mondo del circo in Iran; cosi come le fotografie di Beatrice Minda (Monaco di Baviera, 1968) che offrono la sua visione particolare sulla vita domestica iraniana. Se da un lato, Tahmineh Monzavi (Teheran. 1988) affronta i conflitti sociali e intergenerazionali dell'Iran, Gohar Dashti (Ahvaz, Iran, 1980) nelle fotografie messe in scena riporta a degli incantevoli paesaggi, mentre gli uccelli raffigurati nella foto dell'artista Shirana Shahbazi (Teheran, 1974), con le ali dispiegate nel vento, evocano l'essenza della libertà.