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01.10.2022 - 30.11.2022

Francesca Romana Pinzari
 / Nuda

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Art+Design

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Info

Gilda Contemporary Art

Via San Maurilio, 14

orari di apertura

10.30 – 19.00

Gilda Contemporary Art espone in vetrina l’opera NUDA di Francesca Romana Pinzari che rappresenta un niqab fatto interamente di ciocche di capelli di numerose donne, realizzata nel 2014 in occasione di una mostra collettiva pubblica sul tema del femminicidio e della violenza sulle donne.


Mahsa Amini il 16 settembre 2022 viene arrestata dalla “polizia della moralità” (libera traduzione in italiano dal Pharsi) a Teheran poiché indossava in maniera non corretta il velo come prescrive la legge islamica in Iran. Poi muore.
Secondo l’Organizzazione Forense Iraniana Mahsa morì a seguito di un intervento chirurgico fatto perchè aveva un tumore celebrale dall’età di 8 anni. Secondo la stampa occidentale (quello che i diversi media di diversi paesi occidentali hanno scritto dal 16 settembre ad oggi) Mahsa è stata colpita alla testa dalla polizia e a seguito di questo è morta. Da quell’episodio sono iniziati disturbi in diverse città iraniane, cui partecipano donne, giovani, studenti universitari e delle scuole superiori. Donne, vitae libertà è uno degli slogan delle proteste che avvengono in tutto il Paese. In realtà, le proteste in Iran ci sono da svariati anni contro la corruzione ed il carovita ma questa è una protesta diversa da quelle fatte fino ad oggi. Infatti, il cuore delle proteste di adesso riguarda l’inclusività delle donne. Ci sono mamme e nonne che si tolgono pubblicamente il velo ma ebbene ricordare che da anni le donne che non portano il hijadb o lo portano male sono picchiate. Il termine hijab (in arabo: ﺣﺠﺎب‎, ḥijāb, pronuncia /ħiˈʒæːb/, derivante dalla radice ḥ-j-b, “rendere invisibile, celare allo sguardo, nascondere, coprire”) indica qualsiasi barriera di separazione posta davanti a un essere umano, o a un oggetto, per sottrarlo alla vista o isolarlo. Il 21 settembre avviene un ulteriore episodio di violenza: Hadith Najafi, di soli 20 anni, viene uccisa da forze di sicurezza iraniane vicino a Teheran; si trattava di una figura simbolo delle proteste giovanili, che frequentava senza indossare il velo (obbligatorio per le donne nella Repubblica Islamica) le manifestazioni di protesta. Proseguono e si intensificano le proteste: alla sera i manifestanti si dividono e si raggruppano in più punti della città per disperdere le forze di polizia. La gente si aggira di notte sui tetti e dalle finestre urlando Donne, vita e libertà. Le proteste si diffondono in 84 città iraniane e i sindacati degli insegnanti annunciano scioperi diffusi. Così, mentre gli “occidentali” sostengono il “diritto” all’ingerenza umanitaria nei paesi, Khamenei, leader supremo della Repubblica Islamica dell’Iran ha dichiarato che le proteste anti governo sono sostenute da USA e da Israele. Noi di Gilda, esponendo NUDA di Francesca Romana Pinzari vi invitiamo alla riflessione e a domandarci quanto ancora vada detto e fatto per sostenere la libertà e la dignità dell’essere umano. Francesca Romana Pinzari lavora da molti anni sui concetti di identità femminile e di violenza di genere attraverso sculture, installazioni e performance. Infatti L’opera in questione non è recente ma realizzata nel 2014 proprio in occasione di una mostra pubblica contro il femminicidio e la violenza sulle donne. Sull’opera:  Il niqab, velo utilizzato dalle donne musulmane per coprire il capo e il volto, lasciando solo una fessura per gli occhi, è solitamente di colore nero e di un tessuto abbastanza pesante tanto da non far trasparire niente. In quest’opera il niqab diventa leggerissimo: creato con capelli di donne, raccolti e donati all’artista nel corso degli anni, intrecciati e lavorati lentamente. Il contorno lieve delinea una forma immediatamente riconoscibile che ci parla di un’usanza e di un simbolo culturale di alcuni paesi del Medio Oriente ormai diffusa anche nel mondo occidentale.

Il paradosso è palese: l’abito che copre interamente il corpo, persino il capo in ossequio ad un’interpretazione di una norma coranica, è composto dal simbolo della femminilità per eccellenza: i capelli. I vuoti e le trame dell’opera contrastano con l’infinita pesantezza che l’indumento ha assunto a livello sociale, politico e religioso.


BIOGRAFIA
Francesca Romana Pinzari è nata a Perth, in Australia, nel 1976. Vive e lavora a Roma. Lavora con video, installazione, performance, scultura e pittura. La sua ricerca parte dal corpo per parlare d’identità fisica, culturale, politica e religiosa. Concetti come la violenza domestica, diversity e radici culturali vengono affrontati con un approccio di stampo performativo che porta l’artista alla realizzazione anche di manufatti scultorei, pittorici o installativi di diversa natura a seconda del progetto espositivo. Molti dei suoi materiali li trova passeggiando nei boschi come arbusti spinosi, esoscheletri di cicale, pelli di serpente o aculei di istrice. Nelle sue installazioni e disegni fatti di crini di cavallo e di suoi stessi capelli intrecciati il rapporto con il corpo e l’organico diventa immediato, mentre nella creazione di cristalli il lento e laborioso rituale alchemico che svolge in solitaria nel suo laboratorio non è visibile ma si lascia intuire dal prezioso ed inusuale materiale che ricopre le sue sculture. Dal 1999 espone i suoi lavori in mostre personali e collettive sia in Italia che all’estero.