Sei qui: Cesare Correnti 14
Art+Design
5vie event
eventi digitali
Info
Lasciando tutto a desiderare è un invito ad abitare il desiderio, ad essere sempre nel tentativo dell’incontro, persino di quello mancato.
Non lo diremo con un fiore, ma con un giardino, pur se “questo non è un giardino” ma l’immagine di un giardino. Immagini a forma di fiori. Resti fossilizzati, scoperti e portati alla luce. Ricordi del passato che trascendono il tempo. Fossili, tracce su di un palco di terra. Memorie di un giardino perduto. Cosa c’era prima? Terra, c’era terra!
L’intervento proposto è un tentativo di messa a dimora d’immagini, suoni e suggestioni evocateci dallo spazio che tiene il tempo. Un luogo di sospensione, di cose non dette, sognate o lasciate a macerare nel silenzio. Un luogo generoso e da tutto protetto, fuorché dal desiderio. Desiderio che sempre è desiderio dell’altro, o di un altrove. Un incontro possibile solo nella pratica dell’assenza, in quel mancare dove s’annida l’abitare del desiderio nella sua ingiusta misura.
Voci, parole, suoni e gesti perduti attorno ad un fazzoletto di terra, ché fra il desiderio e un fiore c’è sempre una distanza, e a volte capita che sia un altrove.
Lasciando tutto a desiderare (Milano | 2020)
Terra – ferro – carta – suoni e parole
Sulla terra, fra i fiori di ferro, carte appallottolate con su scritto un desiderio.
Il cortile si farà giardino e luogo di raccolta di desideri; ai fruitori dell’opera, a chi è di strada, a chi si ferma a guardare, a sentire, anche solo per un attimo, si chiede di alimentare questo piccolo patrimonio di desideri gettati alla terra.
Usando i fogli raccolti sulla parete ed una matita, tutti sono invitati a lasciar traccia, a scrivere il proprio desiderio, ad accartocciarlo (mantenendone il segreto), e a lanciarlo fra gli altri, ampliando e modificando l’intera opera.