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Info
Frederik Paulsen
Durante
la residenza per artisti di Palazzo Monti, Fredrik Paulsen ha raccolto
materiale di scarto come souvenir dei laboratori visitati durante la
residenza. Combinandoli con travi metalliche personalizzate sviluppate
insieme agli artigiani locali, ha voluto celebrare gli arredi ad-hoc
spesso utilizzati sul pavimento del laboratorio. L'uso del colore si
basa sulle porte verdi e sulla falegnameria all'interno di Palazzo
Monti.
Soft Baroque
Ilaria Bianchi
Durante la
residenza estiva di Etage Projects a Palazzo Monti nel luglio 2018, Soft
Baroque ha creato questa serie di Puffy Bricks, realizzata riempiendo i
palloncini di cemento e inserendoli in uno stampo.
Dagli specchi che oscurano il riflesso con pennacchi di nebbia piacevolmente profumati alle scaffalature che possono essere scaricate sul desktop del computer o installate in un ufficio IRL, i progetti unici di Soft Baroque sono comici e critici allo stesso tempo, sottolineando i nostri desideri materialisti del consumatore e le nostre esperienze sempre più virtuali.
Dagli specchi che oscurano il riflesso con pennacchi di nebbia piacevolmente profumati alle scaffalature che possono essere scaricate sul desktop del computer o installate in un ufficio IRL, i progetti unici di Soft Baroque sono comici e critici allo stesso tempo, sottolineando i nostri desideri materialisti del consumatore e le nostre esperienze sempre più virtuali.
Ilaria Bianchi
Durante il periodo di
residenza, Ilaria si è ispirata alla struttura, al tessuto
architettonico e sociale della città di Brescia per sviluppare un
progetto che ibrida il sound design, la fotografia e la grafica. Ha poi
creato Domestic Perimeters, una collezione di schermi in edizione
limitata che riflettono la sfaccettata complessità dell'esperienza.
Chiedendosi se le barriere architettoniche possano essere trasformate in spazi di riflessione domestica, negli schermi di Ilaria i profili industriali, utilizzati per produrre cancelli, vengono espropriati della loro funzione di barriera invalicabile e ripensati nell'ambiente domestico come portali flessibili.
Lo schermo è l'oggetto domestico che più rappresenta la divisione: una linea mobile di separazione pulita, uno schermo tra due mondi che non devono incontrarsi. In un momento storico in cui confini e barriere sembrano rafforzarsi, questi perimetri vogliono ritagliare una dimensione di intimità che non è isolante, ma mobile e comunicante. Più che una linea di confine, una linea di incontro. E così, i paraventi sono collocati a Palazzo Monti, un microcosmo che vive di arrivi e si nutre di differenze, di esperienze, di provenienza.
Chiedendosi se le barriere architettoniche possano essere trasformate in spazi di riflessione domestica, negli schermi di Ilaria i profili industriali, utilizzati per produrre cancelli, vengono espropriati della loro funzione di barriera invalicabile e ripensati nell'ambiente domestico come portali flessibili.
Lo schermo è l'oggetto domestico che più rappresenta la divisione: una linea mobile di separazione pulita, uno schermo tra due mondi che non devono incontrarsi. In un momento storico in cui confini e barriere sembrano rafforzarsi, questi perimetri vogliono ritagliare una dimensione di intimità che non è isolante, ma mobile e comunicante. Più che una linea di confine, una linea di incontro. E così, i paraventi sono collocati a Palazzo Monti, un microcosmo che vive di arrivi e si nutre di differenze, di esperienze, di provenienza.
I
paraventi sono stati realizzati in ferro battuto dal laboratorio a
conduzione familiare di Brescia, Zoldan, con tessuti sublimati da
AllOver, un piccolo laboratorio di Milano, e cuciti da Debo, un sarto
nigeriano che ha aperto la sua attività a Brescia 7 anni fa. Nuove e
vecchie generazioni intrecciano la creazione di oggetti collegando non
solo uno spazio fisico ma una comunità locale presente sul territorio:
dai muri leggeri i Perimetri domestici diventano portali, che separano
due mondi ma offrono un passaggio ricco di sinergie. Un'agile barriera
domestica per abbattere le barriere mentali.
Luca Cremona
Durante le settimane dell'isolamento tutti hanno cercato di domare la loro realtà.
"Eravamo tutti più o meno nella stessa situazione. C'era chi aveva Netflix e chi lo scroccava. Mi sono un po' perso, non riuscivo a ritrovare me stesso, e di conseguenza non riuscivo a crescere. La pianta della vite ha sostanzialmente lo stesso Il legno intagliato mi ha permesso di sopportare quel periodo, ma è stato anche il supporto per tirarmi su."
"Eravamo tutti più o meno nella stessa situazione. C'era chi aveva Netflix e chi lo scroccava. Mi sono un po' perso, non riuscivo a ritrovare me stesso, e di conseguenza non riuscivo a crescere. La pianta della vite ha sostanzialmente lo stesso Il legno intagliato mi ha permesso di sopportare quel periodo, ma è stato anche il supporto per tirarmi su."
