Gialli, truffe e misteri: gli intrighi nascosti della Storia dell’Arte, i film da vedere
Film ispirati a storie vere che raccontano i più grandi scandali dell’Arte e svelano i misteri dietro alcuni celeberrimi quadri
Il binomio cinema e arte è spesso vincente (l'abbiamo già visto nel nostro articolo sulle scene di film ispirate a dipinti famosi): a volte i registi prendono ispirazione dalle opere dei grandi artisti per creare inquadrature suggestive, altre volte invece è la storia dietro a queste opere che fornisce materiale per i cineasti. Oggi vi presentiamo tre film che parlano di storie vere, storie nascoste, storie di scandali e misteri, legate a opere e ad artisti importantissimi.
1. Woman in Gold (2015) - la donna che mise sotto processo il Governo Austriaco
Maria Altmann è una anziana signora austriaca che da decenni risiede in America, da quando è stata costretta a fuggire a causa delle persecuzioni ai danni degli ebrei durante la seconda Guerra Mondiale. Alla morte della sorella, Adele trova delle carte risalenti agli anni ‘40, in cui scopre di avere diritto ad un bene inestimabile, un’opera che apparteneva alla sua famiglia e che i nazisti avevano rubato ai tempi della fuga dall’Austria. Si tratta del ritratto di sua zia, Adele Bloch-Bauer, dipinto da nientemeno che Gustav Klimt. È uno dei quadri più famosi del mondo, ed è detenuto dallo stato austriaco indebitamente.
Maria inizia allora la sua battaglia legale contro il Governo per riavere ciò che è suo di diritto, nella ricerca di una giustizia che la possa risarcire dei danni e delle sofferenze patite dalla sua famiglia a causa dei nazisti.
Una storia vera ed appassionante, che è stata tratteggiata con dolcezza e umorismo da Simon Curtis nel film del 2015 “Woman in Gold”.
2. A Real Vermeer (2016) - il falsario che ingannò i nazisti
La storia incredibile di un falsario così abile che, per dimostrare di aver davvero falsificato dei Vermeer, deve dipingere un quadro davanti al giudice nell’aula del tribunale dove è sotto processo con l’accusa di collaborazionismo. Questa è la storia vera di Han van Meegeren, il più grande falsario del XX secolo.
Han van Meegeren inizia la sua carriera come pittore ma la critica lo stronca in fretta; così si reinventa falsario, studiando a fondo le tecniche pittoriche dei maestri fiamminghi e mettendo a punto escamotage brillanti per dare ulteriore credibilità alle sue opere - come quello della cottura in forno delle tele per dare una patina antica ai colori, o quello della polvere in fase di asciugatura dei pigmenti per creare artificialmente l’effetto craquelure. Ma soprattutto sceglie con cura i soggetti, senza copiare mai quadri esistenti, bensì inventando sempre composizioni nuove imitando lo stile di Vermeer. In questo modo inganna tutti - critici, curatori, storici, fin anche il gerarca nazista Hermann Göring che acquista da lui un “vero” Vermeer.
Ma al termine della Guerra, nel 1947, la Commissione alleata per l’Arte, che indaga e restituisce ai legittimi proprietari le opere d’arte sottratte dai nazisti, rintraccia Han e lo interroga; lui si rifiuta di fare il nome del proprietario del quadro prima che arrivasse nelle sue mani, e così viene accusato di collaborazionismo. Non solo: avendo venduto un capolavoro del patrimonio culturale olandese, rischia la condanna a morte. Per scagionarsi Han dovrà convincere tutti di essere il falsario più bravo del mondo, dipingendo un “vero” Vermeer sotto gli occhi del giudice.
Questa storia avvincente è narrata nel film “A Real Vermeer” di Rudolf Van Den Berg.
3. Nightwatching (2007) - il quadro che costò la carriera a Rembrandt
A soli 23 anni, Rembrandt è una celebrità nell'Olanda del '600: ai giorni nostri sarebbe un "mélange tra Mick Jagger e Bill Gates", come lo definisce il regista Peter Greenaway parlando del suo film “Nightwatching”, in cui racconta lo scandalo che segna il declino della carriera del più grande pittore fiammingo di tutti i tempi.
Nel 1642 Rembrandt accetta la commissione di un ritratto della Guardia delle milizie, ma scopre che alcuni suoi ufficiali si sono macchiati di cospirazione e omicidio. Dipinge allora un quadro audace - la celebre Ronda di notte - che è un vero e proprio atto di accusa. Contiene infatti riferimenti allegorici impliciti ma anche esplicite allusioni alla contemporaneità, che ad una attenta lettura rivelano il segreto del delitto nascosto nel dipinto.
Il quadro spiazza completamente la committenza, che, arrabbiata e spaventata dalle conseguenze dell’esposizione pubblica di una simile opera, ordisce un piano per screditare il pittore agli occhi della potente e bigotta borghesia di Amsterdam.