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  • Redazione 5VIE 
    18 June 2020 alle 11:25

    Introvabili, impossibili e inutili: gli oggetti che ci insegnano cos’è il “good design”

    Dalla caffettiera del masochista alla forchetta spessa, oggetti scomodi che ci aiutano a ripensare l’inutilità

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    Un mappamondo pieghevole e quindi cubico, decisamente pratico; un reggiseno per trapeziste, sottosopra così che possa svolgere la sua funzione quando sei appesa a testa in giù; un'asse da stiro per guanti, piccolo e a forma di mano, perchè sappiamo tutti quanto sia difficile stirare i guanti senza un attrezzo dedicato; lo schiacciamosche umanitario, con un foro nel mezzo, per lasciare una via di fuga all’avversario mostrando così magnanimità; e chi più ne ha più ne metta!


    L’inventore di questi mirabolanti oggetti è Jacques Carelman - artista, illustratore e designer francese. Jacques ama le cose inutili, forse perchè sono eccezioni alle regole, e le eccezioni  hanno sempre giocato un ruolo fondamentale soprattutto nelle scoperte scientifiche (è la teoria del clinamen, formulata da Epicuro, per cui gli atomi deviano spontaneamente e in modo imprevisto il loro movimento rettilineo, teoria a cui si ispira la Patafisica, di cui Carelman è stato un esponente).



    Pubblicato nel 1969 (poi tradotto e pubblicato in Italia nel 1978), il “Catalogo degli oggetti introvabili”  è costruito come un catalogo di vendita per corrispondenza, una tipologia di pubblicazione molto popolare nell’Ottocento quando la società dei consumi era agli albori.
    In realtà questi oggetti introvabili, dietro il loro aspetto inoffensivo, nascondono una carica politica pronta a detonare: sono poi tanto più inutili delle centinaia di oggetti che ogni giorno la pubblicità ci propone?

    “I miei oggetti, perfettamente inutilizzabili, sono esattamente il contrario di quei gadget di cui la nostra società consumistica è ghiotta. Se qualcuno me lo domandasse, io li qualificherei come: grotteschi, poetici, spassosi, assurdi, filosofici, astuti, puerili, profondi, ironici. Osservandoli lo spettatore sarà allora pregato, secondo il suo umore, il suo gusto e la sua cultura, di cancellare la qualifica di inutili!”


    Oggetti introvabili: Sedia a dondolo laterale. Gli oggetti di Carelman sono stati effettivamente realizzati e per un periodo venduti online dal sito www.impossibleobjects.com


    Ma il Catalogo di Carelman ha altro da insegnarci: la sua “Caffettiera del Masochista” è diventata un emblema di tutto quello che non va fatto nel design. La troviamo sulla copertina di un omonimo libro scritto dal padre dello User Centered Design, Donald A. Norman. 

    Lo UCD è un approccio progettuale che parte considerando le esigenze dell’utente, i movimenti che deve fare e il modo in cui deve percepire un oggetto. Quante volte è capitato, a ognuno, di spingere una porta invece di tirarla, o di rinunciare a lavarsi le mani perché non si riesce ad azionare il rubinetto? La colpa, ci spiega Norman, non è nostra, bensì del design di questi oggetti che può indurci in errore!



    Oggetti introvabili: La caffettiera del masochista



    Spesso dietro agli oggetti più semplici da usare sta un enorme lavoro di ricerca e di migliorie continue che sono invisibili ma essenziali! Basta cambiare un piccolissimo dettaglio per rendere un oggetto completamente inutile, e ce lo mostra in modo chiaro la designer greca Katerina Kamprani. Nel suo progetto “The Unconfortable” analizza il linguaggio nascosto degli oggetti di tutti i giorni e lo altera, modificando alcune proprietà fondamentali dei nostri oggetti domestici, mostrandoci quanto siano correlate la forma e la funzione.


    The Uncomfortable, Katerina Kamprani - tazza, terracotta, 2015


    The Uncomfortable, Katerina Kamprani - set di posate, bronzo placcato in nickel, 2017


    Il risultato sono oggetti “scomodi” -  l’aggettivo in inglese sottintende anche un certo disturbo psicologico che deriva dal loro utilizzo. Il progetto è iniziato online, ma recentemente Katerina ha deciso di prototipare e rendere reali le sue creazioni… Perchè che mondo sarebbe se non ci fossero un po’ di oggetti scomodi là fuori?

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