Il virus non c’è più: tutti con Zangrillo
Dobbiamo tornare a vivere perché il virus è clinicamente sparito. E mentre esponenti illustri della comunità scientifica si allineano alla dichiarazione di Zangrillo, sorgono alcune domande sul comitato tecnico-scientifico
Finalmente è ufficiale. Dopo le numerosissime polemiche sorte a seguito dell’intervento del prof. Zangrillo che, opponendosi in maniera netta alla corrente di informazione presentata dalla maggior parte dei media ufficiali, ha “osato” dichiarare in televisione in maniera forte che il virus è “clinicamente sparito”, improvvisamente le posizioni della comunità scientifica sembrano allinearsi in modo univoco su quanto da lui affermato.
Ieri sera, nel corso di una puntata di Non è l’Arena, si sono allineati in accordo con le dichiarazioni del prorettore del San Raffaele in rapida successione: l’infettivologo prof. Matteo Bassetti, il virologo prof. Pregliasco, il viceministro alla sanità Sileri e persino il dott. Cartabellotta - sì, proprio il ricercatore indipendente che aveva accusato la Sanità Lombarda di “magheggi” sui dati.
Il dottore Cartabellotta ha inoltre candidamente ammesso che i dati da lui valutati si riferiscono alle settimane precedenti le attuali, per cui non attendibili rispetto alla situazione, non con la precisione dei dati di clinici di prima linea quali Zangrillo o Bassetti. Fantastico: esponenti del governo (Sileri), virologi della protezione civile (Pregliasco), infettivologi (Bassetti) esperti clinici (Zangrillo) e ricercatori (Cartabellotta) che, messi tutti a confronto diretto, si dichiarano d’accordo con Zangrillo, schierandosi in maniera compatta nell’invitare gli italiani a riprendere le loro normali attività.
Ma allora, sorge spontanea la domanda, chi si è invece espresso in disaccordo con il professore del San Raffaele?
Di particolare interesse in questo senso è stato il deciso intervento del prof Bassetti, il quale ha voluto ribadire in maniera netta che l’attacco a Zangrillo è stato portato non dalla comunità medica ma da “altre realtà” legate ad “altri interessi”.
Il professore poi, particolarmente indispettito, ha rincarato la dose in merito al valore scientifico di quanto dichiarato da lui stesso, da Zangrillo e anche dal prof Remuzzi, espressosi in accordo con entrambi. Per rispondere a coloro i quali avevano sollevato dubbi sulla attendibilità scientifica del prof Zangrillo, considerato un anestesista con un indice H (indice di rilevanza scientifica internazionale) molto più basso, per esempio, del pediatra prof. Locatelli (su cui Zangrillo si è espresso in maniera molto negativa), Bassetti ci ha tenuto a ricordarlo a tutti: la somma del suo indice H, di quello di Zangrillo e di quello di Remuzzi produce un risultato probabilmente senza pari nella comunità scientifica italiana. Bassetti ha inoltre invitato il dott. Cartabellotta, in collegamento, a rilasciare dichiarazioni scientifiche solo se effettivamente in possesso delle credenziali per farlo.
La comunità scientifica ha quindi preso posizione nei confronti del cosiddetto comitato tecnico-scientifico. Sembra che tutto stia diventando più chiaro.
Come già sottolineato in un articolo precedente del blog il comitato tecnico-scientifico che ci è stato propinato dal governo, e che non rappresenta la comunità scientifica, non ha avuto spesso nè i requisiti nè la strategia per organizzare una controffensiva seria ed efficace al virus, cosa che non ha loro impedito di rilasciare dichiarazioni errate per non dire dannose, mentre i medici in prima linea dovevano affrontare davvero il nemico senza essere dotati delle informazioni e dei mezzi necessari.
Ma la domanda che ora ci si deve porre, anche a fronte di quanto affermato dai prestigiosi luminari scesi in campo in questi giorni, è: a quali “realtà” ed a quali “interessi” si è ispirato questo comitato tecnico-scientifico?
Urge chiarezza.