In questo luogo a pochi passi dalla Basilica di Sant'Ambrogio, la famiglia Caccia aveva dimora sin dal lontano Trecento. L'edificio fu ristrutturato ed ampliato in diverse fasi attraverso i secoli e fino al Settecento, finchè non fu colpito dai bombardamenti dell'agosto 1943, che lo danneggiarono gravemente.
Fu nel 1948 che venne avviato il progetto di ricostruzione a partire dalle rovine dello storico palazzo. Il progetto fu affidato a Luigi Caccia Dominioni, con l'obiettivo di recuperare la segreta nobiltà dell'antico palazzo di famiglia.
Oggi l'edificio costituisce un ben riuscito esempio di dialogo tra architettura moderna e contesto storico: il progetto di Caccia Dominioni, infatti, pur parlando un linguaggio indubbiamente razionalista, si riferisce esplicitamente al passato nelle sue componenti, grazie ad una accorta ricerca delle proporzioni e dell'equilibrio compositivo tra forme, materiali e colori, in un approccio teso al superamento del modello razionalista per far riemergere i valori dell'architettura che si richiamano alla storia e alla tradizione, con continui riferimenti linguistici lombardi e milanesi.